Ripartire da qui.

22/06/2020
22/06/2020 nz

Ripartire da qui.

In piazza a Milano per chiedere il commissariamento della sanità lombarda.

Aspettavo questo momento da tanto tempo ed infine è arrivato: il giorno in cui si sarebbe scesi in piazza per chiedere il commissariamento della sanità lombarda, le dimissioni di Gallera e Fontana e per fare pubblica testimonianza dei tanti misfatti accaduti in questi mesi; per socializzare le molte testimonianze ai microfoni portate dai lavoratori e lavoratrici della sanità e dai testimoni dei fatti di cronaca recente. Un momento per ricordare, fare testimonianza e lanciare aperta accusa. E’ stato il luogo ed il monento per guardarsi in faccia dopo tanti mesi di solitudine e sofferenza, mantenendo le debite distanze e misure di sicurezza (a differenza del disprezzo portato in altre piazze da chi sembra già non ricordare più quanto è appena accaduto, e che – a fronte della difficoltà di comprendere appieno tutti i rischi e la complessità del momento -, non pare neppure recare rispetto).

Fingerei se dicessi che il numero di presenti mi abbia rincuorato: dentro di me avrei sperato che molte più persone ritenessero necessario essere in piazza sabato. Stiamo già assistendo a quello che ho iniziato a prevedere settimane addietro: piano a piano la rabbia cresce con il riaprirsi delle serrande, ma c’è molta confusione su ciò che bisogna credere. Ci sono molte persone ancora spaventate, è vero; ma altre mi sembrano non vedere chiaramente di chi sia la colpa di quanto avvenuto, se possiamo almeno trovare dei responsabili della mala gestione del disastro.

E’ vero: non possiamo dare la colpa a qualcuno per questa pandemia che non poteva trovare nessuno pronto; ma quanto è avvenuto in Lombardia ha trovato terreno fertile nei vent’anni e forse più di ladrocini e corruzione, di scelte sbagliate e di un sistema clientelare che ha indebolito le strutture che ci dovevano proteggere; un sistema che, trovando l’eccellenza nel privato, ha concorso  allo svantaggio del sistema pubblico, lasciato indietro senza risorse adeguate. Eppure: è stato il sistema pubblico che doveva reggere per tutti, come pubblica è stata la responsabilità nelle decisioni fondamentali, sia oggi che negli anni passati.

Aver lasciato indifese le nostre barricate principali è responsabilità di chi ora si fregia del titolo di vincitore, dall’alto delle macerie lasciate dai suoi predecessori: questo smacco è una ferita che non si risana di 30.000 morti che potevano forse essere risparmiati se le cose fossero andate in maniera diversa. Quantomeno: è il caso di trarne una giusta lezione.

Ci sono tante cose da dire e ricordare. Ci vuole forse ancora la giusta distanza di tempo per capire: io credo che la linea sia già ben demarcata dai fatti e dai nomi.

Mi limito a citare alcune cose che stasera mi piace ricordare, per dare un riferimento al personale pensiero che sottende queste brevi parole, e che per necessità ora mi risulta ancora difficile articolare.

“I due mesi che sconvolsero la Lombardia”  una buona ricostruzione de Il Post su quanto avvenuto in questi mesi.

Italia Lockdown – I due mesi che hanno cambiato il nostro paese racconta racconta molto bene i giorni dello scoppio della pandemia Covid in Italia. Ottimo lavoro della squadra di Fanpage nelle settimane dell’emergenza di cui sta per uscire la seconda parte dedicata alla Fase 2.