Il documentario realizzato a partire dal progetto cross-disciplinare “Trentesimo”, vincitore del bando InnovazioneORA! della Compagnia di San Paolo di Torino. Danza, Teatro, Video, Scrittura per raccontare la precarietà.
Documentario vincitore del premio della giuria e del premio della giuria interna al carcere al Festival “LiberAzioni” di Torino nel 2019.
Regia:
Roberta Bonetto
Coreografia e performer
Gabriel Beddoes
Produzione:
Fabio Ferrero
Regia e riprese video:
Nicola Zambelli
Blog e scrittura:
Maurizio Pagliassotti/Mauro Ravarino
Produzione:
B612Lab
Vincitore del Bando Innovazione!ORA
Compagnia di San Paolo
Il documentario
Il documentario è una dei diversi “prodotti” generati all’interno di TRENTESIMO, un progetto cross-disciplinare ideato Roberta Bonetto sui temi della precarietà e dell’immobilità generazionale che viviamo da anni, prodotto da Fabio Ferrero e B612Lab. Un percorso generato da alcuni testi letterari (“Uno, Nessuno, Centomila” di Pirandello, “Humus” di Brandau) e sfociato in una partitura di Teatro-danza e confluito in diverse discipline artistiche (un progetto di video-danza, un diario-blog giornalistico e letterario, un documentario).
Il percorso ha seguito un iter “scrittura aperta” della sceneggiatura dello spettacolo, che ha preso piede durante le ripetizioni durante le residenze artistiche di costruzione, in dialogo con il pubblico partecipante), seguendo una logica creative open-source e multidisciplinare.
Wherever you go, there you are è il documentario che, seguendo la vita di Gabriel attorno e fuori Trentesimo tra Torino e il Brasile, cerca di sviluppare una più profonda riflessione sulla ricerca di identità che viene portata avanti in scena dal personaggio-Gabriel, ovvero Gengè. Nel documentario, Gabriel si trova a riflettere sulle domande poste dal protagonista dello spettacolo, rivolgendole a sè stesse: “sei felice, Gengè?”. Dove risede, la vera vita?
Lo spettacolo di Teatro-danza
La trama dello spettacolo di Teatro-danza (che impernia la struttura narrativa del documentario) racconta la vicenda di un trentenne (Gengè) che si reca presso una multinazionale per un colloquio. Durante la salita, l’ascensore si ferma improvvisamente. Il tempo sospeso e lo spazio compresso spingono il protagonista a ridiscutere le motivazioni iniziali e riflettere con pungente ironia sulla tensione incolmabile tra realtà e rappresentazione.
Tutto lo spettacolo, un solo di teatro danza, avviene all’interno di un ascensore invisibile disegnato da un quadrato di luce. Gengè dovrà trovare risposta a delle domande fondamentali, che riguardano il suo intero stare al mondo.
Il trailer dello spettacolo “Trentesimo”
Il percorso
Trentesimo nasce nell’autunno 2015 quando è stato selezionato tra i progetti meritevoli nell’ambito del bando Permutazioni, promosso dalla Fondazione Piemonte dal Vivo e dalla Compagnia di teatro danza Zerogrammi. Tale riconoscimento ha permesso l’avvio di un percorso di ricerca embrionale sull’interazione tra il linguaggio della danza, dell’audiovisivo e della scrittura con l’obiettivo di favorire la
condivisione del processo generativo attraverso la realizzazione di una web serie e l’avvio di una narrazione empatica su un blog dedicato.
Nella primavera 2016 è stato selezionato tra i vincitori del bando #innovazioneora di Compagnia di Sanpaolo. L’obiettivo generale è proseguire il lavoro di ricerca sull’interazione tra i linguaggi e
sperimentare una forma di produzione partecipata seguendo i criteri e le modalità proprie dell’open culture: aprire una riflessione e una ricerca condivisa sulla tematica; giungere alla versione definitiva della performance attraverso la scrittura partecipata; rendere le comunità di riferimento ed il pubblico protagonisti del processo; favorire la creazione di nuovo pubblico.
Il progetto “Trentesimo”
Trentesimo affronta il tema della precarietà attraverso un processo di scrittura partecipata volto alla costruzione e la creazione di una performance di teatro danza, un documento audiovisivo e uno storytelling narrativo. A partire da esperienze personali e dei nostri pari, si è scelto di
riflettere sul tema dell’immobilità e della precarietà di una generazione.
Trattato di Funambolismo di Philippe Petit, Humus di Raul Brandao, Uno, nessuno e centomila di Luigi
Pirandello, sono i testi cardine su cui è basata la fase di ricerca: riflettere sull’immobilità come azione di leggerezza e di libertà; la difficoltà di costituirsi come individui; la confusione e la distanza tra l’immagine che ognuno ha di se stesso e la proiezione dello sguardo degli altri, tra gli obiettivi che le persone si prefiggono per volontà e le aspettative imposte da status e modelli dominanti. Si è passati ad indagare l’immobilità da un lato come impossibilità di agire nella propria vita personale e all’interno della società e dall’altro invece, come occasione per riflettere, concentrarsi, respirare e superare il conflitto.